Isola d'Istria
isola istria cartolina libro
"...alle falde di questa valle (?) lambita dalle false onde, s'alza entro del mare in mezzo alli due Promontorj uno scoglio di figura quasi ovata, e di giro un lungo miglio, il quale serve di base alla terra, denominato Isola dal sito isolato, in cui sen giace. Chi ne fossero i primi fondatori, diversamente ne scrivono gli Historici. Leandro Alberti l'attribuisce agli Istriani, allorchè intorno al 550 d.C. la Provincia fu da gl'Hunni miseramente desolata..."
Il settore di via Pietro Coppo della piantina di Isola d'Istria fatta da Nino Russignan manasse, risalente al 1940 e pubblicata anche sul libro “Isola d’Istria dalle origini all’esilio”

Via Pietro Coppo

La mia “Contrada de l’Ospedal”

Ricordandomi dell’idea - lanciata anni addietro da Ferruccio Delise tremami - di far rivivere mentalmente le famiglie che abitavano le nostre contrade a Isola dal 1940 al nostro doloroso esodo, provo ad iniziare con la mia contrada, VIA PIETRO COPPO, dove sono nato e che ricordo ancora bene.
Dopo alcuni tentativi, da parte mia andati a vuoto, ora con l’aiuto di alcuni amici che abitavano in contrada – che ringrazio anche se non nomino per paura di dimenticare qualcuno – e consultando le foto dei defunti pubblicate negli anni su Isola Nostra, ho cercato di completare questo lavoro pur sapendo che a distanza di oltre sessanta anni forse la mente si sarà un po’offuscata. Spero comunque di essere riuscito, scusandomi in anticipo con qualcuno se ci saranno delle mancanze; spero di no: ho cercato di mettercela tutta.
Oltre al nome e al cognome del capofamiglia e al nome della moglie ricorderò anche “el soranome” di famiglia, e questo mi riesce più facile; sarà invece omesso il nome dei figli, anche perché eravamo in tanti... ed è difficile ricordarli tutti.
Prendo il settore di via Pietro Coppo della piantina di Isola fatta da mio cugino Nino Russignan manasse, risalente al 1940 e pubblicata anche sul libro “Isola d’Istria dalle origini all'esilio”. E parto dalla confluenza con la Via Ettoreo – per noi “Contrada de sora” – con la casa dei Pustetta e il negozio di mercerie, poi trasformato in pasticceria, dove andavamo a comperare le pastecreme per poi andare al cinema.
Inizio dal lato destro, chiudo gli occhi, e se qualcuno di voi mi vuole seguire, chiudiamo gli occhi insieme e ci incamminiamo verso la Piasseta. Arrivati in fondo, ritorniamo indietro e ricominciamo dal lato sinistro, la parte di casa mia nella canisela con all'angolo il negozio del fotografo Pardo.
Dopo la lettura, spero di non avervi annoiati, cari paesani sparsi per il mondo. Sarebbe interessante e bello “ripopolare” qualche altra contrada da parte di chi vi abitava, spero di sì... fasèlo, perché noi sèmo i ultimi!.
Tutto questo servirebbe a futura memoria per noi e per chi che no’vol sentir e no’ vol capir...
Un forte abbraccio dal vostro
Fabio nadàl

In una foto d'epoca, via Oberdan - sullo sfondo l'inizio di via Pietro Coppo (Contrada de l'Ospedal)

A sinistra, verso piazza Domenico Lovisato

  • Luigi e Carmina Degrassi (gobo) - Giovanni e Lucinda Degrassi (gobo).
  • Raffaele Vascotto – Fabbrica di aranciate e selz, con ingresso anche in Riva Nazario Sauro.
  • Amalia Drioli e famiglia (bosega e lissa) – Severino e Livia Chicco (scocia) – Giuseppe e Chiara Pugliese (puiese)
  • Mario ed Elvira Zaro (volpe)
  • Sartoria di Aurelia Delise (bomba) - Marco e Carmelo viola, poi Giuseppe Costanzo sino
  • Duilio e Giuseppina Lorenzutti (pambèlo)
  • Bernardo e Palmira Vascotto (nadàl) – Giuseppe e Palmira Vascotto (nadàl) – Piero e Santina Stradi
  • Trattoria Pugliese, con ingresso in Riva Nazario Sauro – Luigi e Antonia Pugliese (dela guardia) – Mario e Redenta Bolci – Giuseppe e Rosina Verch – Giovanni e Lucia Colomban (campanèr) – Bruno e Annamaria Dudine (spadaro)
  • Luciano e Olga Marchesan (pea) – Egidio ed Elisa Moratto (tabarin)
  • Marco e Lucia Dagri (bovo tabarin) – Giordano ed Elda Dagri – Bruno e Lucinda Dagri – Vendita di carbone e di materiali vari. Qui Giordano Dagri faceva il pittore di mobili, con l’aiutante Nino Palci (vaca) che, lavorando, cantava sempre...
  • Italo ed Ada Bressan (sardile), poi Duilio e Bianca Chelleri (crudo) e il negozio di fotografo e cartoleria di Ugo Pardo.
  • Cantina di Giuseppe e Giovanna Benvenuti - Carlo Benvenuti (cospetòn) - Maria e Domenico Lanza, con ingresso delle abitazioni in vicolo del Torrione.
  • Macelleria di Dino Dudine (ragno) – Maria Mondo (levatrice) con i figli, poi Giovanni e Maria Delise (tremami), con ingresso in vicolo del Torrione.
  • Negozio di alimentari di Ovidio Carboni – Giuseppe ed Elisa Costanzo (sino), con ingresso in vicolo del Torrione.
  • Giovanni e Giuseppina Gubertini (drugo) con il negozio di salumeria.
  • Costante, Angela e Neri Marchesan (ciaci) – Francesco ed Elena Marchesan (ciaci) – Duilio e Bruna Marchesan (ciaci).
  • Consorzio agrario, con ingresso in riva Nazario Sauro – Silvio e Caterina Vascotto – Giovanni, Romeo e Olivo Ragaù. • Augusto e Luigia Braccini – Bruno del Gos – Elvino Ulcigrai e Libera Bussani (torso) – Mario Dudine (spadusse).
  • Sartoria di Emilio Deste, poi negozio di barbiere di Giovanni Russignan (barsula).
  • Drogheria di Damiano Degrassi.
  • Abitazione di Nineta detta Tiotela (piranesa) – Officina di riparazioni macchine da cucire, forse del marito di Ninèta. In seguito magazzino del gelataio Bruno Delise viola.
  • Negozio di barbiere di Luigi Bologna, poi negozio di frutta e verdura di Anna Marchesan (sariaca) (trasferitasi poi in Piazzetta angolo via san Bortolo), infine cartoleria di Primano Vascotto.
  • Maria Chicco (loca dei gati) – Bruno Civran (mesalana) – Lucia Carboni con il figlio Nino – Mario Chelleri e famiglia, con negozio di ferramenta in via Verdi. – Romano ed Ofelia Benvenuti (cospeton) – Salvatore e Bice Benvenuti (cospeton) – Negozio di barbiere di Marco Cividin.

A destra, verso piazza Domenico Lovisato

  • Roberto e Maria Zaves (trusche) – Luigi ed Anna Zaves (trusche).
  • Mariano e Lina Benedetti (piranese) – Leonardo e Domenica Costanzo (brusamede) • Roberto Klun con la madre – Lorenzo e Maria Perini – Giuseppe e Flora Marchesan (sariaco) – Oreficeria Brusadin.
  • Pietro e Aurelia Carboni (minervi) – Anna Drioli con le figlie Elvira e Rita – Ferruccio e Alma Drioli (volpe) – Aurelio e Isolina Delise (taiasuche) – Francesca e Pina Delise (taiasuche) – Alimentari di Francesca Delise (taiasuche).
  • Casetta bassa e semidiroccata, abitata da Missy, una signora sola, ungherese, che noi chiamavamo dela mucia...
  • Negozio di manifatture e maglieria della famiglia Ulcigrai (spachela), con ingresso delle abitazioni in vicolo Ospedale Vecchio. – Negozio di radio e di materiale elettrico dei Menis, poi farmacia di Sebastiano Vascotto (nadàl) (in seguito trasferita in piazza Lovisato nell’ex negozio di calzature di Carmelo Rocca).
  • Giovanni Vascotto e Lucia Russignan (manasse) – Marcello e Cecilia Degrassi – Antonio e Renata Benvenuti (garbo).
  • Silvio ed Irene Bologna – Renato e Maria Ragaù – Giuseppe Gruber e Gisella Maraspin – Antonio e Caterina Degrassi (gradisana) – Attilio e Libera Degrassi (tr) – Francesco e Lucia Degrassi (borgnola) – Negozio di frutta e verdura di Carmela Stolfa.
  • Emilio Delise (bianchin) – Famiglia Maraspin, con la mamma e il figlio Midio
  • Negozio di barbiere di Giovanni Russignan (barsula), poi trasferito di fronte alla ex sartoria Deste - Nino e Jole Ulcigrai (fugioni) – Armando e Adele Ulcigrai (fugioni) – Magazzino di materiale elettrico e della drogheria di Damiano Degrassi (moro damian) - Anna e Antonio Marchesan (sariaco)
  • Luigi e Carmela Braini (vardaniga) – Calzolaio Adriano Dapretto - Giuseppe e Maria Colomban – Giusto e Giuseppina Chelleri (manestra) - Ernesto e Maria Chelleri (manestra) – Vittorio e Nicolina Chelleri (manestra)
  • Antonio e Silvana Pugliese (caregheta) – Giuseppe e Maria Pugliese (parsutin).
  • Giovanni ed Anna Degrassi (formentin – ciuciù) – Tullio e Gisella Divo – Oreficeria di Salvatore Perentin (suca)
  • Bruno e Libera Deponte – Valeria Dudine (fola).
  • Calzolaio Degrassi (del moro), poi bar “Tamiseto” dei Deste.
  • Negozio di frutta e verdura di Ida Moratto (bianchera).

Fabio Vascotto nadàl

tratto dall'articolo pubblicato il 15 giugno 2009 sul numero 377 del periodico “Isola Nostra”

busta

I sacerdoti di Isola d'Istria nel periodo napoleonico:
Antonio Carboncich

Dovevano avere un patrimonio personale per mantenersi decorosamente

Quasi duecento anni fa, nel 1811, quando Isola d'Istria apparteneva al Regno d’Italia e Napoleone Primo ne era il suo Re, i nostri concittadini Bortolo Costanzo, Antonio Carboncich, Antonio Vascotto e Giovanni Delise scelsero di diventare sacerdoti. Essi avevano già frequentato il Convitto del Seminario vescovile di Capodistria per due anni, come rileviamo da uno dei tanti certificati, e nella documentazione che vedremo, ognuno di essi viene chiamato Chierico o Prè.
Per poter accedere al suddiaconato e successivamente diventare sacerdoti, essi dovevano avere per legge un certo patrimonio, una specie di “dote” onde poter con decenza mantenersi nella Carriera, come recita uno degli Atti notarili che vedremo in queste puntate. La documentazione per ognuno di loro comprende anche un’estratto di nascita e battesimo del Parroco di Isola Giovanni Fancio, legalizzato dal Municipio isolano; un Certificato di frequenza al Seminario; il benestare del Vicario Generale Capitolare di Capodistria, datato 12 febbraio 1811, che lasceremo per l’ultima puntata, perché è cumulativo per otto nostri conterranei, compresi i quattro isolani.
Quasi tutti i manoscritti sono discretamente leggibili tranne qualche parola. Quello del parroco isolano, che aveva una calligrafia simile ai geroglifici egiziani, ci ha fatto perdere più tempo per capire cosa egli aveva scritto, anche perché contiene simboli e abbreviazioni. Pertanto, le parole non individuate, saranno indicate con dei puntini seguiti dal punto di domanda; se riportate ma dubbiose, esse saranno seguite da un punto di domanda.
Questi documenti storici sono alquanto interessanti sotto ogni punto di vista, e noi li riportiamo in originale con gli eventuali errori.
La sequenza dei quattro nominativi è dovuta al fatto che il primo possedeva alcuni documenti del 1809, compreso quello di un notaio (nodaro) di Capodistria, gli altri tre avevano tra l’altro un documento con la stessa data e del medesimo notaio di Isola, che aveva segnato il numero progressivo dell’Atto notarile.

In questa puntata riportiamo la documentazione del chierico Antonio Carboncich.


N.° 1 Provincie Illiriche
Napoleone Primo per la Iddio Grazia, e per le costituzioni Imperatore dè Francesi e Rè di Italia a tutti li presenti e venturi salute.
Copia autentica di Prima edizione
Adi dieci / 10 / Geñaro milleottocento undici / 1811 / giorno di Giovedi nella Comune di Isola, Dipartimento di Istria Regnando Napoleone Primo Imperatore dè Francesi, e Rè di Italia.
Prossimo essendo Prè Antonio Carboncich di Mauro, di essere promosso all’ordine del subdiaconato, mediante l’ajuto della Divina Grazia, e occorrendo a senso delle Leggi Canoniche, e Sinodali Prescrizioni, ch’egli sia munito del consueto Patrimonio, onde poter con decenza mantenersi nella Carriera che intraprese con spirito di divota, e cristiana Religione, al quale effetto comparvero personalmente negli Atti di me Nodaro, ed alla presenza dè sottoscritti Testimonj li messer Pietro Carboncich quondam Gasparo, e Mauro di lui Figlio, Avolo e Padre rispettivamente del Patrimoniato Prè Antonio sudetto, persone a me Nodaro cognite, di mestiere agricoltori, ambi domiciliati in questa Comune, i quali
……[?] costituiscono, ed assegnano in via di Patrimonio al di loro Nipote e Figlio Prè Antonio li seguenti fondi Campestri, e di Città, esenti come essi asseriscono da qualunque ippoteca, o gravezza imaginabile per il qui ……[?] importo di Italiane lire duemille centocinquantaquattro Centesimi venti uno L 2154. 21/100, come ciò documentano le inserte Perizie dei Publici Stimadori Nicolò Zanon Proto Muraro, e Domenico Perentin quondam Zuañe Perito di Campagna, quali saranno presso di me Nodaro custodite e conservate ad ogni buon affetto. Cioè una Camera in secondo Piano, esistente nella Casa di abitazione delli costituenti Padre e Figlio Carboncich quondam Gasparo, situata nella Comune di Isola in Contrada dè Forni. Più un stabile di Campagna con entro alquante Viti picole, ed Olivari numero novantatrè N.° 93, ed Alberi fruttiferi numero nove N.° 9, come raccoglie la perizia rassegnata, e per il prezzo comprensivo ambedue dette Perizie di Italiane lire duemillecinquantaquattro Cmi 21 L 2054 21/100 [questa cifra rispetto la precedente, è inferiore di 100 Lire].
Eseguito questo importante assegno per parte delli costituendi Padre, e Figlio Carboncich al di loro Nipote, e Figlio rispettivamente Prè Antonio, con esuberante persuasione, che il Patrimoniato Religioso, sia ben incline di accedere di poi al Diaconato, e quindi al Sacerdozio, ne vanno convinti, che una costituzione tale sia ben sufficiente per approviggionarlo di un decente, e decoroso mantenimento, assicurando altresì, che detto assegno sia reale, e veritiero, né indur possa alcuno ad ombra di costrizione, o fittizio stabilimento, promettendo altresì che li fondi assegnati siano liberi / come fu detto di sopra / da qualunque gravezza od ippoteca.
Tanto sia fatto, ed eseguito a Gloria di Iddio Signore, ed a contento delle Parti, sottoponendo a cauzione la generalità dè proprj Beni ovunque posti in forma.
Da me Giuseppe Moratti quondam Giovanni Publico Nodaro nella Comune di Isola, Dipartimento d’Istria fù scritto, rogato, stipulato ed alla presenza delle Parti, e dè Testimonj fù quindi letto, e publicato in detta Comune nello solito studio, e Casa di propria abitazione di me Nodaro sudetto posta nella Contrada di mezzo, a Comune indicata alle ore quattro della sera, avendo servito di Testimonj li signori Canonici Don Giacomo Lugnani quondam Antonio, e Don Filippo Zaro quondam Antonio ex Cappucino, persone a me Nodaro cognite, e domiciliate in questa Comune, che si sottoscrissero unitamente a messer Pietro Carboncich quondam Gasparo,e me Nodaro, dicendo il di lui Figlio Mauro di non poter sottoscriversi per non sapere.
Pietro Carboncich affermo
Don Giacomo Canonico Lugnani fui presente, e Testimonio.
Don Filippo Zaro fui presente Testimonio.
Giuseppe Moratti quondam Giovanni Publico Nodaro hà rogato.

Capodistria li 14 Gennajo 1811


Registrato in Libro del Registro della sezione quinta al N.° 54, e pagato il diritto con Franchi trè C.mi 84, come da Boletta di data odierna pure al N.° 54-------Franchi 3:84/100

De Rin Conservator
 

Comandiamo, ed ordiniamo a qualunque dè nostri uscieri richiesti di dar esecuzione al presente Atto, a tutti i nostri Comandanti, ed Ufficiali della forza publica di prestar mano forte venendone legalmente richiesti, ed à nostri Reggj Procuratori presso le Corti, ed i Tribunali di coadiuvare l’esecuzione.
In fede di che io Giuseppe Moratti quondam Giovanni Publico Nodaro sudetto hò apposto il segno del mio Tabellionato
[il timbro del suo Notariato, nel quale suo centro è impressa un’aquila con una corona reale nel suo corpo, mentre sopra la circonferenza vi è un’altra più grande con all’apice una croce e ai due fianchi ISOLA – C. M.и. D. I R] a questa copia autentica di prima edizione, che estrassi dalla matrice, e che rilasciata veñe in questo giorno sedici 16 Geñaro milleottocento undici, 1811, a mano di messer Pietro Carboncich quondam Gasparo.

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Addi 7 Feb.o 1790
Antonio Giacomo figlio Leg.mo di ser
[segnato con un simbolo] Mauro Carboncich di Pietro, e di D.a [Donna] Lucia [?] Costanzo S. C. [Sua Consorte] nato li 2 cor.e a ore 3 fu battez.o dall’economo D. [Don] Giacomo Zago, e furono Padrini messer Battista Trojan, e D.a Maria moglie di ser [simbolo] Mauro Ulcigrai. Ita est [?] in Libro Baptismorum Ecclesia Parrochis Insularum
D. Joañe Fancio Pleb.m pastor.

Provincie Illiriche
Isola li 8 febbraio 1811
La Municipalità


Certifica chiunque, che l’estratto qui sopra è tutto scritto, e sottoscritto di proprio pugno e carattere dal Remo D.n Giovanni Can.co Fancio Parroco di questo Comune, e perciò degno di fede. In quorum
Per il Pod. impedito / Moratti Savio / Bressan Seg.o
[Le firme sono affiancate da un timbro rotondo con al centro una colomba con le ali spiegate e nel becco un ramo d’ulivo; in circonferenza sta scritto: ٭ SIGILLUM COMMUNITATIS INSULARUM ٭]

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N. 290 /Provincie / Illiriche
Capodistria 19 Geñajo 1811
Certifico io sottoscritto, che il Chierico Minorijta Antonio Carboncich di Mauro della Collegiata d’Isola Diocese di Capodistria matricolato in questo Seminario Vescovile hà dato prove costanti di vocazione allo Stato Ecclesiastico, e di buoni corrispondenti costumi, e che terminato il corso regolare dè suoi studj, nello scorso anno scolastico è stato iniziato negli studj Ecclesiastici con profitto, come hà costato dagli Esami fatti alla presenza del Rmo Ordinario. In fede
Stefano Castellani Canc.e Tesoriere, Rettore del Sem.o Vescle ed in mancanza di Professore Ordinario Professore M. P.

Ferruccio Delise

BIBLIOGRAFIA: Archivio di Stato di Trieste, Fondo del Cesareo Regio Governo per il Litorale, b.1347.

tratto dall'articolo pubblicato il 15 marzo 2009 sul numero 376 del periodico “Isola Nostra”

busta

I sacerdoti di Isola d'Istria nel periodo napoleonico:
Bortolo Costanzo

Dovevano avere un patrimonio personale per mantenersi decorosamente

Quasi duecento anni fa, nel 1811, quando Isola d'Istria apparteneva al Regno d’Italia e Napoleone Primo ne era il suo Re, i nostri concittadini Bortolo Costanzo, Antonio Carboncich, Antonio Vascotto e Giovanni Delise scelsero di diventare sacerdoti. Essi avevano già frequentato il Convitto del Seminario vescovile di Capodistria per due anni, come rileviamo da uno dei tanti certificati, e nella documentazione che vedremo, ognuno di essi viene chiamato Chierico o Prè.
Per poter accedere al suddiaconato e successivamente diventare sacerdoti, essi dovevano avere per legge un certo patrimonio, una specie di “dote” onde poter con decenza mantenersi nella Carriera, come recita uno degli Atti notarili che vedremo in queste puntate. La documentazione per ognuno di loro comprende anche un’estratto di nascita e battesimo del Parroco di Isola Giovanni Fancio, legalizzato dal Municipio isolano; un Certificato di frequenza al Seminario; il benestare del Vicario Generale Capitolare di Capodistria, datato 12 febbraio 1811, che lasceremo per l’ultima puntata, perché è cumulativo per otto nostri conterranei, compresi i quattro isolani.
Quasi tutti i manoscritti sono discretamente leggibili tranne qualche parola. Quello del parroco isolano, che aveva una calligrafia simile ai geroglifici egiziani, ci ha fatto perdere più tempo per capire cosa egli aveva scritto, anche perché contiene simboli e abbreviazioni. Pertanto, le parole non individuate, saranno indicate con dei puntini seguiti dal punto di domanda; se riportate ma dubbiose, esse saranno seguite da un punto di domanda.
Questi documenti storici sono alquanto interessanti sotto ogni punto di vista, e noi li riportiamo in originale con gli eventuali errori.
La sequenza dei quattro nominativi è dovuta al fatto che il primo possedeva alcuni documenti del 1809, compreso quello di un notaio (nodaro) di Capodistria, gli altri tre avevano tra l’altro un documento con la stessa data e del medesimo notaio di Isola, che aveva segnato il numero progressivo dell’Atto notarile. In questa puntata riportiamo la documentazione del Chierico Bortolo Costanzo, il quale l’aveva ottenuta già nel 1809, tranne il benestare del Vicario, che otterrà nel 1811 come gli altri tre isolani e non si sa per quale motivo.


N. 155. Copia di prima edizione
“Regno d’Italia”
Napoleone I, per la Grazia di Dio e per le Costituzioni Imperatore de Francesi Re d’Italia e Protettore della Confederazione del Reno a tutti i presenti e futuri salute =
Capod’Istria questo giorno venticinque settembre 1809 . /. nove . /.
Munito di speciale Mandato di Procura portante la data del giorno 22 Agosto ultimo decorso debitamente Registrata sotto il giorno 6. Corrente, e che al presente resterà per inserto si è personalmente Costituito dinnanzi me Gio Maria Gravise Gravisi residente in questo Capo Luogo, ed alla presenza delli Signori Gravisi Lepido del fù Giuseppe, e Buttignoni Pietro del fù Lorenzo entrambi domiciliati in Capod’Istria, il Signor Michiel Costanzo del S.r Domenico, oriundo e domiciliato nella Comune, e Località d’Isola soggetta a questo Cantone ma ora commorante in questo medesimo Capo Luogo a me medesimo Nodaro e Testimonj perfettamente noto, il quale dichiarando di agire colla facoltà impartitagli col predichiarato Mandato di Procura dalli di Lui Genitori signori Domenico Costanzo, e Zannetta nata Totto, deviene per nome, e conto di essi alla Stipulazione del presente solenne Atto per il quale intende di Costituire ed assegnare all’Acolito
[Religioso che ha preso il quarto degli ordini minori] di Lui Fratello Don Bortolo nelle misure espresse, ed indicate nel ripettuto Mandato di Procura sotto titolo di Patrimonio li qui in apresso dichiarati Fondi di appartenenza della Famiglia Costanzo, e sono:
Un Campo sito nell’Esterna Contrada detta di Ricorvo Circondario d’Isola con entro Viti a palo N.° 1176. Olivi N.° 37. Fruttari N.° 18. Confina da Levante Strada Consortale con pertiche settanta 70. Da Ostro ragioni
[proprietà] di Francesco Parma q.m [= quondam, fù] Biagio con pertiche dodeci 12., da Ponente Acquaro con pertiche sessanta 60. e da Tramontana ragioni del Sig.r Contesini Alvise con pertiche ventiquattro; valutato detto Fondo dal pubblico Perito Domenico Perentin q.m Zuanne lire Venete duemila duecento venti, sono d’Italia lire mille cento trentacinque Centesimi novantatrè 1185:93.
Più altro Campo sito in Contrada detta del Capitel Circondario come sopra con entro Viti con suoi Alberi N.° 76. Olivi N.° 19. con Terreno ad uso di Semina; Confina da Levante ragioni di Marco Vascotto q.m Antonio con pertiche vent’una 21, Ostro il detto Vascotto con pertiche tredici e mezza 13:1/2, Ponente Strada Comunal con pertiche 30 trenta, e da Tramontana Strada Consortal con pertiche dieciotto 18. valutato pur questo dal sunominato Perito, e stimato per lire Venete ottocento trè sono d’Italia lire quattrocento dieci Centesimi ottant’otto 410:88.
Più un Fondo di Terreno posto in Contrada detta di Vilisan Circondario come sopra, con entro Arbori a Viti N.° 356. Olivarj N.° 25. Fruttari N.° 3. Confina da Levante altre ragioni della Famiglia assegnante con pertiche quarantatrè 43., da Ostro ragioni del Sig.r Antonio Pugliese con pertiche venticinque 25. da Ponente in parte ragioni di Antonio de Grassi, e in parte ragioni di Mauro Moscolin con pertiche quarantadue 42., e da Tramontana ragioni della Scuola del SSmo Nome di Dio con pertiche diecisette 17., Stimato anche questo dal Perito Domenico Perentin per lire mille duecento venti Venete pari ad Italiane lire seicento ventiquattro Centesimi quindeci 624:15.
Conformando questi tre pezzi di Fondo, che vengono consegnati al detto Acolito D.n Bortolo egli a corpo e non a misura, il complessivo importo di Lire Italiane duemila cento settanta C.mi novantasei 2170.96, che corrispondono all’incirca alli Ducati settecento 700. che dalli comuni Genitori gli si vogliono assegnare in via di Patrimonio; quindi è che in esaurimento della Facoltà deferitagli col ripettuto Mandato 22. Agosto decorso esso Sig.r Michiel Costanzo dichiara in nome delli di Lui Genitori Mandanti predetti, che debbasi intendere costituito al detto di Lui Fratello D.n Bortolo il di Lui Patrimonio nelli trè suriferiti Capitali, venendogli fatto tale Assegnazione Patrimoniale, onde possa coll’appoggio del medesimo conseguire l’ordinazione di Suddiaconato a cui aspira, intendendosi ora, e per il Caso, sollenemente ceduti, ed in esso Acolito D.n Bortolo trattasi detti tre Fondi di Terreno come si trovano giacere, ed esistere e come liberi, ed esenti da ogni aggravio, ed Ipoteca con promessa della debita manutenzione in caso di evizione contro qualunque molestante persona, obbligando per tal effetto ogni altro Fondo Capitale della Famiglia a termini di Legge, e nella più valida e solenne forma di ragione.
Michaele Costanzo Proc.e Aff.mo M. P. -
Lepido Gravisi q.m Giuseppe fui presente Testimonio -
Pietro Buttignoni q.m Lorenzo fui presente Testimonio -
Fatto, Stipulato, celebrato, letto, e pubblicato in Capod’Istria Capo Luogo e Dipartimento d’Istria, nello solito studio di me Nodaro infrascritto posto nella Casa al N.° 1072 in Contrada Marengo ervito avendo di Testimonj li prenominati Sig.ri Gravisi Lepido del fù Giuseppe e Buttignoni Pietro del fù Lorenzo, entrambi domiciliati in questo Capo Luogo li quali in unione al Sig.r Costanzo Procuratore sudetto si sono firmati di rispettivo loro pugno e Carattere.
Gio Maria Gravise Gravisi fù Gravise Nodaro pubblico residente in Capod’Istria.

Capod’Istria li 27. 7bre 1809.
Registrato in Libro del Registro della Sezione quinta al N.° 618. e pagato il R.e [Reale] Diritto con Lire tre C.mi 84. come da Boletta di data odierna pur del N.° 618.
De Rin Cons.r
[= Conservator]

Comandiamo ed ordiniamo a qualunque de nostri Uscieri richiesti di dar esecuzione al presente Atto, a tutti i nostri Comandanti ed Ufficiali della Forza pubblica di prestar mano forte venendone Legalmente richiesti, ed ai nostri Regj Procuratori presso le Corti, ed i Tribunali di coadiuvare l’esecuzione –
In fede di che io Notajo Sottoscritto hò apposto il Segno del mio Tabellionato
[Il Timbro del suo Notariato che è impresso nel documento, e che in circonferenza porta la scritta R. CAPOD. – C. M. C. N. D. I., mentre al centro vi è un’aquila con nel corpo una corona reale; un’altra corona più grande con la croce all’apice, si trova all’esterno della circonferenza] a questa copia autentica di prima edizione che feci estrarre dalla Sua matrice per mano a me fedele, e che hò rilasciata alle mani dell’Acolito D.n Bortolo Costanzo in questo giorno due ottobre 1809 /nove/.
Gio: Maria Gravise Gravisi del fù Gravise Nodaro publico residente in Capod’Istria.

Addì 25 Feb.o 1789 Bortolo Andrea figlio leg.mo del Sig.r Domenico Costanzo e della Sig.ra Zanetta Toto S. C.
[Sua Consorte] nato li 15 Feb.o a ore 23 fu battez.o da ......[?] dal Sig.r Can.co D. [Don] Zuañe Fancio, e furono Padrini il Sig.r Bortolo Cernivani per cui intervenne il Sig.r Andrea Pellegrini da Capod.ia in forza di Procura segnata li 24 cor.e rogata in Atti dal Nob. Sig.r Giuseppe Lugnani P. [Pubblico] Nodaro, e la Sig.ra Pellegrina Pozzetto.
Ita est
[?] in Libro Baptismorum ecclesia Parrochis [?] et Colleg.a Insularum ego D. Joannes Fancio Can.m Pleb.m et Vic.m ...... [?] pastor.

Regno d’Italia
Isola li 29 settembre 1809
La Municipalità
Certifica a chiunque, che l’Estratto qui sopra è tutto esteso di proprio carattere dal Re.mo D.n Giovanni Can.co Fancio Parroco di questo Comune, a cui si potrà prestare ovunque piena fede. In quorum
Il f. f. di Podestà / Bressan / l’Assistente di leg. / Carlini [Le firme sono affiancate da un timbro rotondo, con al centro la colomba ad ali spiegate e nel becco un ramo d’ulivo, e in circonferenza la scritta ٭ SIGILLUM COMMUNITATIS INSULARUM ٭]

Regno d’Italia
Capodistria trè / 3 / Ottobre mille ottocento nove.

Certifico con giuramento che Costanzo Bartolomeo da Isola Diocesi di Capodistria Chierico minorijta Matricolato né due añi di Convitto in questo Seminario hà dato costantemente prove di buon costume, e vocazione allo stato Ecclesiastico. In fede
Castellani Stefano Canc.e Tes.e della Catt.ale e Rettore del Seminario Vescovile.

Ferruccio Delise

BIBLIOGRAFIA: Archivio di Stato di Trieste, Fondo del Cesareo Regio Governo per il Litorale, b.1347.

tratto dall'articolo pubblicato il 15 giugno 2008 sul numero 373 del periodico “Isola Nostra”