Era una fredda sera di febbraio.
La bora sferzava Trieste facendo tremare fragorosamente tutto quello su cui sbatteva.
Il frigorista Marco, in cerca di occupazione, si mise a pulire il frigo.
In realtà il suo era un lavoro di utilità sociale e per giunta su commissione.
Qualcuno, nel pomeriggio, aprendo l'elettrodomestico aveva liberato nell'aere una fragranza di fossa, e magari fosse stata fossa da morto.
Un piatto sospetto conteneva gli avanzi smangiucchiati di una specie di cannellone ai funghi abortito in cui funghi erano evasi e la besciamella rimasta si era trasformata miracolosamente in un surrogato velenoso dall'aroma di taleggio di fossa OGM.
Il tempo, inesorabile, aveva fatto ancora il suo miracolo.
Così come quando faceva diventare aceto il vino, o faceva crescere la muffa sul pane.
"E allora, pulizia sia!" disse il frigorista Marco.
Abile conoscitore dell'armadio del freddo, suo compagno di mille avventure, si mise a ispezionare tutti i ripiani, estraendo e commentando ogni oggetto che trovava sul suo cammino.
"Ma cossa xe sta merda?!"
"Vara che schifo!"
"Ma come se pol?!"
"Mi no oso imaginar coss'che gà sta gente a casa?!"
A un certo punto si bloccò e trasecolò estasiato come Marie-Bernarde Soubiroux a Lourdes.
Sembrava ipnotizzato.
A bocca aperta guardava l'apertura illuminata del frigo in vera estasi.
Passata l'estasi iniziale, iniziò a piangere!
Pianse e sospirò a lungo finché un piccolo "ooohhh", che il suo stesso stupore quasi gli ricacciò in gola, gli uscì dalla bocca per riportarlo sulla terra.
Davanti aveva l'oggetto che racchiudeva in sè l'origine delle specie, il senso della vita, la risposta ai segreti di Fatima e Medjugorje, insomma il seme da cui è nato tutto il vivente di questo unico pianeta....