Benedetto Santapaola (Catania, 4 giugno 1938), detto Nitto e soprannominato il cacciatore o il licantropo, è stato condannato più volte come uno tra i più importanti boss mafiosi della Sicilia. È affetto da diabete e da alcuni disturbi che (si dice) siano dovuti ad una rara forma di licantropia clinica. La prima denuncia risale al 1962 per furto e associazione a delinquere. Nel 1978 riesce ad eliminare Giuseppe Calderone, il boss più importante di Catania puntando al comando di Cosa Nostra nel capoluogo etneo. Il 18 maggio 1993 viene arrestato nelle campagne di Mazzarrone nell’ambito dell’operazione ‘Luna Piena’. Nel 1995 riceve la prima condanna per associazione mafiosa a 18 mesi di isolamento diurno. Condannato successivamente all’ergastolo per la strage della circonvallazione ed in primo grado per la strage di via Carini dove persero la vita Carlo Alberto Dalla Chiesa con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russè. Assolto dalla Corte d’Assise d’Appello, fu poi rimandato alla Corte di cassazione. Nel 1997 viene condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di Capaci, sentenza confermata in appello nel 2000. Nel 1998 Santapaola viene condannato all’ergastolo insieme ad Aldo Ercolano per la morte di Giuseppe Fava, sentenza confermata in Cassazione nel 2003. Nel 1999 viene condannato all’ergastolo con altri 17 capimafia al processo in primo grado Borsellino-ter. Il 7 febbraio 2002, in appello, la condanna gli viene ridotta a 20 anni. Parlare di un mafioso è un nostro piccolo contributo per rompere il silenzio da cui la mafia trae alimento.