Monsignor Samuel Ruiz Garcia (1924 - 2011), vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas, in Chiapas, è morto il 24 gennaio 2011 per complicazioni legate all’ipertensione e al diabete di cui soffriva e che da alcuni giorni lo avevano portato al ricovero in un ospedale di Città del Messico. Premiato nel 2002 dalla giuria del Premio internazionale per i diritti umani, istituito nel 1978 dall'Unesco, e candidato nel 1994 al premio Nobel per la Pace per il ruolo di mediazione svolto tra il governo messicano e l’insurrezione zapatista dell’Ezln (Esercito zapatista di liberazione nazionale), monsignor Ruiz è stato più volte definito il vescovo “degli indios e dei poveri”. Assunto l’incarico della diocesi di San Cristóbal a soli 35 anni, monsignor Ruiz si rese subito conto della situazione di emarginazione, povertà e abbandono nella quale vivevano i contadini indigeni delle regioni meridionali del Messico, sfruttati da proprietari terrieri che si servivano di bande criminali per seminare il terrore. Durante i 40 anni di servizio nella sua diocesi, mons. Ruiz ha visitato 2042 comunità, percorrendo tutta la zona a piedi o a cavallo. Nel 1974 organizzò un congresso al quale parteciparono 2000 indigeni del sud del Messico e nel 1988 fondò il Centro dei diritti umani Fray Bartolomé del Las Casas. Nella storia del Messico sarà ricordato come una delle figure religiose di maggior influenza per la difesa e la denuncia di violazioni nei confronti degli indigeni, per la lotta contro le discriminazioni razziali e per il suo impegno per la pace nei negoziati tra governo e guerriglieri.