Pietro Ghilarducci (Viareggio, 1932 - Milano, 2010) era un giornalista e scrittore italiano. Laureato in Scienze politiche, ha lavorato come giornalista al Corriere Lombardo, poi presso la casa editrice Garzanti come addetto all'ufficio stampa e pubblicità. Ha collaborato anche alla redazione della prima Garzantina, curando in particolare la revisione delle singole voci. Trasferitosi a Londra, ha collaborato ai servizi esteri della BBC, scrivendo contemporaneamente per settimanali culturali e d'attualità italiani, quali Il Mondo, Il Punto, Settimo Giorno, La Domenica del Corriere e La Fiera Letteraria. Rientrato in Italia, è stato assunto dalla casa editrice Rizzoli, dove è rimasto per oltre venti anni come editor, lettore, traduttore, revisore di testi tradotti e compilatore di risvolti. Sempre per la Rizzoli, ha pubblicato i romanzi "La moglie giovane" (premio L'Inedito), "L'ombra degli ippocastani", "Un atto d'amore", "Il bivio" (premio Vallombrosa), "La ristrutturazione", "La città dell'anima". Ha collaborato anche con La Repubblica, con articoli di cultura e interviste (fra cui quelle a Carlo Bo, Indro Montanelli ed altri esponenti della cultura italiana). Ha anche fatto parte della giuria del Premio Viareggio. E' scomparso lo scorso 18 maggio in una clinica milanese dove era ricoverato da qualche settimana per un tumore. Soffriva di diabete ma si dice che fosse un goloso, di tutto ma soprattutto di dolci (e gelati). "Dopo il test della glicemia, se le cose erano positive, subito una coppa «cioccolata e crema» in Passeggiata" scrive Corrado Benzio ricordandolo in un articolo su Il Tirreno.