Il giorno che Tomislav Ivić scomparve, il 24 giugno 2011, tutto il calcio mondiale riconobbe di aver dovuto dare l'addio a uno dei suoi tecnici più apprezzati e conosciuti.
Tomislav Ivić era nato a Spalato, l'attuale Croazia, il 30 giugno 1933 e nella sua vita è stato un calciatore e allenatore di calcio jugoslavo, dal 1991 croato, nonché più vincente allenatore croato di sempre.
Dalla seconda metà degli anni settanta alla fine degli anni novanta ha girato mezza Europa, vincendo numerosi titoli nazionali, coppe nazionali e coppe intercontinentali.
Nel 1988 approdò in Francia firmando per il Paris Saint Germain.
Nella prima stagione da allenatore a Parigi ottiene buoni risultati, concludendo la carriera a soli tre punti dall'Olympique di Marsiglia.
La seconda stagione nella squadra parigina si rivela più deludente, reduce da una rovinosa eliminazione in Coppa Uefa per mano della Juventus e da una negativa stagione chiusa in quinta posizione.
Si trasferisce in Spagna dove allena l'Atletico Madrid per una stagione con un secondo posto in campionato come piazzamento.
Nel 1991 torna nella Ligue 1 francese, questa volta sulla panchina dell'Olympique Marsiglia, la quale allenerà solo per quattro mesi per poi venir sostituito a causa dello suo stile difensivo non ritenuto allineato con la squadra.
L'unica esperienza italiana è stata ad Avellino nel 1985-86 in serie A da direttore tecnico in cui, con Enzo Robotti come allenatore, guidò la squadra alla salvezza.
Nel 1991 stava per accordarsi con la Juventus, salvo poi dovervi rinunciare dal momento che la società bianconera era riuscita a far ritornare Trapattoni dall'Inter.
A Coverciano fu docente alla Scuola per allenatori, fondata da Italo Allodi.
Grazie all'onestà e allo stile garbato, l'allenatore croato che negli anni Ottanta mise l'Avellino nella mappa del calcio mondiale, ha lasciato un ottimo ricordo di sé in ogni squadra allenata.
Anche quando si è trattato di parentesi brevi.
Come l'unica stagione trascorsa nella Liga spagnola: i tifosi dell’Atletico Madrid ancora ricordano quando, con Ivic in panchina e Abel Resino in porta, i Colchoneros vinsero la Coppa del Re e misero a segno il record di imbattibilità di 1.275 minuti senza prender gol in campionato.
Aver allenato in undici nazioni e aver conquistato il titolo nazionale in sei campionati diversi ne hanno fatto un antesignano del calcio moderno, dove i tecnici giramondo non fanno più notizia.
Assieme a Boskov, Happel, Kovacs e Goethals, il tecnico di Spalato è stato uno dei rappresentanti migliori della elite degli allenatori cosiddetti “internazionali”.
Malato di diabete da tempo, è scomparso sei giorni prima di compiere 78 anni.