Il 2 gennaio 2004 si è spento nell’ospedale al-Hayat all’età di 84 anni il regista Kamal aš-Šaykh, uno dei pionieri del cinema egiziano, ricoverato da circa un mese perché colpito da un forte malore al cuore e per pressione alta e diabete. Il suo percorso artistico iniziò nel 1938 come montatore presso gli “Studi Egitto”. In seguito, si dedicò alla regia realizzando 34 film. La sua prima pellicola fu “Appartamento n° 13” (del 1952) e l’ultima “Vincitore del Tempo” (1986). Ricordiamo ancora qualche altro celebre titolo: “Mio unico amore”, “Il treno della Morte”, “Il Pavone”, “Non confesserò” e “L’Assente”. Adattò la letteratura al cinema con i romanzi “Il ladro e i cani” e “Miramar” di Nagib Mahfuz, “L’uomo che perse l’ombra” di Ghanim, e “Tramonto e Alba” di Jamal Hammad e “Qualcosa nel petto” di Ihsan ‘Abd al-Qaddus. Kamal aš-Šaykh vinse un gran numero di premi internazionali tra i quali, nel 2003, il Premio Mubarak per le Arti. A lui è stato reso omaggio in diverse occasioni tra le quali il Festival di Toronto e il Festival del Cinema del Cairo e d’Alessandria.