Ora che sono trascorsi alcuni mesi dalla scomparsa di mia sorella, sento nel cuore di scrivere queste righe per dire quanto importante Lei sia stata per me e per la mia famiglia e quanto generosa e disponibile sia stata per gli altri.
Mia sorella era Bruna Vascotto: avevamo dieci anni di differenza, lei era più grande di me, ma mentre da giovani questo divario poteva creare qualche difficoltà, con lo scorrere della vita abbiamo imparato ad amarci e rispettarci e soprattutto siamo riuscite insieme a tenere unita la nostra numerosa famiglia.
La sua è stata veramente una vita per così dire “complicata”. A 18 anni, quindi molto giovane, si era sposata Mario (Giuseppe) lugro; dalla sua amata Isola era giunta a Trieste per emigrare subito in Sud Africa, dove rimase per circa dieci anni.
Con enormi sacrifici e con il denaro risparmiato in Africa, al suo ritorno in Italia lei e suo marito erano riusciti a comperare a Monfalcone una casa con un piccolo terreno, sul quale Mario decise di lavorare aprendo un deposito di macchine usate. Ma il destino ha voluto che dopo alcuni anni il comune di Monfalcone espropriasse buona parte del loro terreno per edificare delle case popolari. È stato il periodo più brutto e sofferto della loro vita. Tutti i sacrifici fatti lontano dalla Patria in quel momento non avevano più alcun senso, e per far valere i propri diritti purtroppo Bruna è finita anche in prigione.
Ma lei e suo marito non si sono mai persi d’animo e soprattutto per Bruna questi problemi hanno accentuato ancor più la sua profonda fede in Dio. Anche dopo la morte di Mario ha partecipato attivamente alla vita della comunità religiosa di Monfalcone e ha cercato sempre di aiutare il prossimo, facendo per anni volontariato in ospedale con l’Associazione Volontari Ospedalieri (A.V.O.).
Non avendo purtroppo potuto avere dei figli, amava le mie due figlie Laura e Cristina come fossero sue e adorava i pronipoti Marco e Martina.
Un male che non perdona l’ha portata via, ma durante la sua malattia, durante il periodo passato in ospedale e soprattutto dopo la sua morte ho capito che Bruna non era stata una persona importante solo per noi familiari, ma per tanta altra gente. Persone che lei ha aiutato, amici che lei ha conosciuto nella sua vita e che mi hanno testimoniato il loro dolore e il loro affetto.
La foto a lato è il ricordo a lei molto caro di un viaggio a Gerusalemme, dove porta sulle spalle una grande croce nel percorso della “Via Crucis”. Questa croce realmente lei l’ha portata fino agli ultimi istanti della sua vita, perché il male che l’ha colpita l’ha fatta veramente soffrire, ma dentro il mio cuore sono sicura che l’amore, l’affetto e la forza che noi le abbiamo donato sino alla fine le hanno fatto affrontare l’ultimo grande ostacolo della vita con tanta serenità e dignità.
Dopo la sua morte ho ricevuto lettere e telefonate dall'Africa, dall'Australia, dall'Inghilterra, dall'America, dal Canada ed è proprio per questo che approfitto di Isola Nostra, che entra nelle famiglie di tutti gli isolani sparsi per il mondo, per ringraziare di cuore tutte le persone che mi sono state vicine.
Viviana Vascotto
tratto dall'articolo pubblicato il 15 giugno 2005 sul numero 361 del periodico “Isola Nostra”