
Il Corpo dei Vigili al Fuoco è stato fondato a Isola d'Istria nell'anno 1925 dal comissario prefettizio Bortolomeo Poggi.
Dal post di Claudio Chelleri su Facebook condividiamo l'immagine di quello che probabilmente era il primo nucleo.
Dall'immagine rileviamo che i componenti di questo primo nucleo erano:
Questo è il quadro con lo schizzo dello stendardo per il Corpo Volontario dei Vigili al Fuoco d'Isola d'Istria.
Lo stendardo, delle dimensioni di 120x150 cm su fondo bianco è opera di tale Ravasini.
Il quadro dello stendardo è stato conservato dalla famiglia di Salvatore Perentin - per tutti gli isolani "l'Orefice" - e dopo la morte di "Tore" è stato donato dalla moglie Lida Goina (Passon) all'Associazione Isola Nostra.
Successivamente alla donazione, il quadro è stato restaurato a cura della Società Nautica Giacinto Pullino e verrà consegnato all'IRCI Istituto Regionale Cultura Istriana, presieduto dall’isolano dott. Franco Degrassi, per la sua meritata e perenne conservazione futura.
Piccolo aneddoto deducibile delle note qui di seguito, il nome della signora che avrebbe eseguito il lavoro su stoffa purtroppo è andato perduto... magari qualcuno sa qualcosa in più e può aiutare a completare questa affascinante storia di quasi un secolo fa.
Isola d'Istria...sempre nostra! è un'iniziativa di Paolo Coppo, Emilio Felluga, Donatella Felluga e Mauro Vascotto, nato con lo slogan "Nella giornata del Ricordo delle foibe e dell'Esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati, ricordiamo l'esodo dei nostri padri dall'antica città di Alieto (l'originario nome di Isola d'istria) dove vissero attraverso tanti secoli, accomunati dagli stessi mestieri e dalla fratellanza che unisce chi vive sul mare e con il mare!" ed è il gruppo Facebook dedicato agli innamorati di Isola d'Istria.
Seguilo live su acebook
Isola d’Istria (איזולה)


Proprio dedicato alla memoria di Mons. Giovanni Zamarin (1857 - 1893) che fu parroco di Isola d'Istria dal 1821 al 1895, nel mese di ottobre 2014 la Comunità Autogestita della Nazionalità italiana di Isola per le Edizioni “Il Mandracchio” ha dato alle stampe il volume intitolato "Il Cimitero Storico di Isola".
Vi anticipiamo qui di seguito la prefazione al libro dell'Architetto e Conservatrice nonché Coordinatrice Culturale della Comunità Italiana di Isola, Agnese Babič, mentre a fondo pagina trovate i link per consultare il libro.
Il tema del cimitero, nei suoi caratteri più generali, ha rappresentato per la società, nel trascorrere dei secoli, una delle maggiori espressioni di civiltà in un perfetto equilibrio tra arte e architettura, tra spazio fisico e spazio simbolico, tra costruzione e monumento.
“All’ombra dei cipressi” è un progetto nato già qualche anno fa, quando il consigliere comunale e allora presidente della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, Silvano Sau, iniziò a occuparsi della tutela della parte storica del cimitero di Isola. Grazie al suo operato e alla collaborazione con l’Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia, Unità territoriale di Pirano, nel 2011 il Consiglio comunale ha approvato il Decreto sulla proclamazione del Cimitero Isolano Monumento di interesse locale. Questo prevede l’indicazione di determinati vincoli di conservazione a seconda del regime di tutela segnalato.
A molti potrà sembrare il tema del cimitero un argomento poco interessante, addirittura lugubre, ma ricordo ancora il mio viaggio fatto a Praga durante gli anni universitari, nel quale avevamo previsto assieme ai miei compagni, di fare una tappa al suo cimitero ebraico. Nulla è la testimonianza più antica e racconta la vita degli ebrei del ghetto di Praga, più delle lapidi del suo cimitero.
Il cimitero (la parola deriva dal greco koimetérion e significa “luogo di riposo”) è luogo di incontro, di preghiera e di riflessione, ma anche fonte di ricerca storica ed artistica. Come scritto nel saggio di Giuseppe Marcenaro (Cimiteri. Storie di rimpianti e di follie), il cimitero viene visto come spazio fisico quanto mentale, un luogo delle angosce suscitate dal rimpianto per chi non c’è più. Il cimitero come opera d’architettura invece rimanda al senso del luogo, “al tumulo di terra fra gli alberi del bosco” (Adolf Loos), un mondo affascinante diviso fra edifici fuori terra e la madre terra.
Già dai tempi dei primi cristiani si diffuse però l’idea di dedicare uno spazio ai morti, dapprima nelle catacombe e successivamente sotto il pavimento delle chiese, e dal Medioevo attorno alle strutture religiose stesse. Nella maggior parte delle religioni occidentali i riti funebri prevedono il loro completamento presso il cimitero, con il pio ufficio della sepoltura.
Le tombe possono essere classificate sulla base di diversi criteri, come ad esempio il tipo (a fossa, a cassa lignea, con sarcofago, ecc.), la forma (rettangolare, ovoidale, a vasca, ecc.), il fondo (terra, pietra, malta, ecc.), il rivestimento interno (assente, in pietra, in malta, ecc.), la copertura (assente, lapidea monolitica, con tumulo in terra, ecc.) e la posizione (al di sopra del terreno - piramidi, mausolei - oppure al di sotto ).
Tra le tipologie più note vi sono: la tomba a camera ipogea, la tomba a cappuccina, la tomba a cassone o a sarcofago, la tomba a dado, la tomba a edicola, la tomba a pozzetto, la tomba a tholos, la tomba a tumulo, ecc. Nel caso di personaggi illustri era ed è uso collocare la tomba in un luogo particolare: gli antichi egizi costruirono le piramidi a ovest del Nilo, durante il medioevo in Europa le persone importanti avevano una tomba all’interno di chiese e basiliche (vedi la Basilica di Santa Croce a Firenze, dove sono sepolti numerosi grandi della storia quali Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei e Ugo Foscolo).
A Isola troviamo sepolture attorno al Duomo di San Mauro e del 1819 esiste un progetto per la ristrutturazione del cimitero sito a Punta Gallo. Nel 1882 l’amministrazione comunale decide di costruire il nuovo cimitero di Isola nella posizione odierna.
Tra le tombe di personaggi interessanti per la nostra cittadina possiamo evidenziare quella dell’architetto comunale Ettore Longo, del medico Tamaro, dello Zustovich, la tomba monumentale della famiglia Degrassi. Le tombe più importanti sono posizionate lungo il muro perimetrale che racchiude il cimitero storico. Il suo tipico impianto a croce è sottolineato dalla presenza di cipressi lungo le assi al centro delle quali è sita la cappella dedicata all'Arcangelo Michele. Le tombe, costruite in pietra locale, presentano diverse tipologie, perlopiù sono architravate racchiuse da pilastri laterali, ad obelisco, a tempietto. Oltre alla tomba monumentale della famiglia Degrassi, due sono le tombe a sarcofago (della famiglia Pesaro e della famiglia Drioli). Troviamo anche tombe con elementi scultorei (ad es. vedi la tomba Colomban). Il volume è un importante documento che include la catalogazione di più di cento tombe corredate da un ricco apparato fotografico, da descrizioni inerenti la famiglia di appartenenza, dall'elaborazione grafica di alcune tombe interessanti da un punto di vista tipologico e architettonico. Inoltre il volume contiene un breve contributo relativo alla simbologia tombale e una ricca appendice con gli epitaffi.
Un documento importante che testimonia la storia di Isola, dato che il riconoscimento del mantenimento della memoria è la base del futuro. Un particolare ringraziamento per la riuscita dell’opera va rivolto all'Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia, Unità territoriale di Pirano per la collaborazione offerta sia nell'impostazione e nella preparazione del volume, sia per l’insostituibile e decisivo apporto nella stesura della perizia scientifica, che è servita da base per la definizione e l’approvazione dello stesso Decreto di tutela da parte del Consiglio Comunale Isolano.
Ai fini della documentazione storica va sottolineata anche la collaborazione dell’Archivio Regionale di Capodistria che ha messo a disposizione degli autori alcune testimonianze grafiche sui primi monumenti tombali del Cimitero storico.
Infine, non va dimenticata l’instancabile opera di ricerca di Marino Bonifacio sulla storia documentata dei cognomi istriani, che ha contribuito alla realizzazione di questa monografia mettendo a disposizione tutto l’archivio sulle casate che, nei secoli, hanno partecipato e contribuito all'evoluzione storica, sociale, culturale ed economica della nostra città. I testi di Marino Bonifacio sono stati d’aiuto, inoltre, anche per redigere la breve storia di alcune importanti casate isolane, da tempo scomparse e delle quali, purtroppo, non esiste testimonianza tra i monumenti tombali del nostro camposanto.
Non ultimo, un sentito ringraziamento all'I.R.C.I. - Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata – di Trieste per aver consentito la pubblicazione della “Ricognizione ed evidenziatura delle sepolture italiane” eseguite dal prof. Antonio Puletich nel 2003 e che rappresentano un vero e proprio censimento del cimitero isolano in quel periodo. Un particolare riconoscimento all'I.R.C.I. anche per l’interesse che continua a dimostrare per la realtà cimiteriale di Isola che si manifesta anche con lo stanziamento di fondi per la salvaguardia ed il restauro di singoli monumenti tombali di particolare interesse storico.
Agnese Babič, arch. cons.
Scarica il del libro.
La versione online depositata su 
Altri articoli …
Pagina 1 di 3